martedì 16 ottobre 2012

BACON E ALTRI FOLLI ALLA STROZZINA

Mentre pedalavo verso Palazzo Strozzi mi chiedevo"..la traduzione di Francis Bacon sarebbe Francesco Pancetta, o Francesco Rigatino?". Invece all'uscita ho pensato che se mi avessero portato a questa mostra quando avevo 9 anni mi sarei divertita come una pazza, perché alla Strozzina non vedrete un'esposizione, ma farete un giro in un parco giochi...un parco giochi macabro e perverso. L'intento intellettuale della mostra è quello di mostrare "il rapporto fra individuo e collettività", ma in pratica la visita si trasforma in un arcobaleno di suggestioni e sensazioni, molto forti, che vanno dal disgusto all'ansia.
La prima sala è interamente dedicata a Bacon e credo sia importante tenere a mente una frase dell'artista;"Io non deformo per piacere di deformare, i miei personaggi non subiscono torture io provo a trasmettere una realtà dell'immaginene nel suo momento più straziante" questa può essere una linea guida che ci aiuta a dare un diverso significato alle figure talvolta mostruose create dall'artista. Vorrei dare un consiglio; andateci a stomaco vuoto, perché certe immagini non favoriscono la digestione, tant'è che il trancio di panello con l'uva che mi son mangiata prima di entrare mi si è riproposto per tutta la permanenza alla Strozzina. Possono, per esempio, risultare indigesti i video dell'artista svedese Nathalie Djurberg, la stessa artista che vi darà la possibilità di spiare, da una casetta nel bosco, un corpo in decomposizione.
Invece Chiharu Shiota si è, per fortuna, limitata a installare una ragnatela nera che vi imprigiona e che imprigiona oggetti, dico per fortuna perchè guardando al catalogo dell'opere di questa artista giapponese ho scoperto che la maggior parte consiste in pezzi di corpi umani spanti in giro, corpi morti(?) nel bosco e via discorrendo.
Finalmente, nell'ultima sala, troviamo un tocco di italianità perché lì si trova Arcangelo Sassolino che si diverte a testare la resistenza di alcuni materiali, pertanto vi avverte che l'installazione potrebbe crollare da un minuto all'altro, perché ogni materiale giunge, prima o dopo, alla definitiva usura.
A questa mostra sono andata con il mio solito carico di spirito critico misto a polemica preventiva, ma alla fine della fiera mi so divertita, m'ha messo di buon umore e quindi dateci un occhio anche voi e vi prego contradditemi!

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