mercoledì 23 maggio 2012

"EPIFANIE DI TESSUTI PREZIOSI", o Mostra degli Stracazzi agli Uffizi

Se fai la guida turistica a Parigi dovrai prepararti su un' eventuale mostra temporanea su Munch al centro Pompidou, se fai la guida turistica a Londra dovrai prepararti su un'eventuale mostra temporanea su Toulouse Lautrec alla National Gallery, se fai la guida a Firenze dovrai prepararti su un'effettiva mostra temporanea su gli arazzi agli Uffizi perchè come tutti sappiamo il malvoluto non è mai abbastanza. Aggiungiamoci pure che se ti hanno rubato la borsa col patentino dovrai fare la fila come tutti gli altri esseri umani!
Entro preceduta da una scolaresca che trovava interessante la prospettiva di visitare la mostra da loro rinominata "Mostra degli Stracazzi",.
Iniziamo ricordando che gli  arazzi presenti sono di provenienza granducale, la cui produzione venne introdotta da Cosimo I de Medici nel 1538 che venne soppressa dai Lorena nel 1738, consideriamo 2 secoli tempo conveniente per creare una maestranza fiorentina di notevole interesse a livello europeo, ma sappiamo bene che i fiamminghi su questa tecnica ci hanno sempre dato le paste, in quanto Bruxelles nel 500' era un vero punto nevralgico dell'arazzo.
Nelle prime sale sono presenti arazzi con storie di Giacobbe, manifattura fiamminga, questi entrano a far parte della collezione medicea grazie a Vittoria della Rovere che li portò in dote per il matrimonio col Granduca Ferdinando de Medici (che casualmente era pure suo cugino).
Vittoria utilizzò questi per l'arredamento di alcune stanze di palazzo Pitti, fra cui quella del figlio Cosimo III che pare si fosse tanto affezionato agli arazzi da portarseli appresso in tutte le stanze in cui visse.
Procedendo ci troviamo ancora davanti ad una sapiente manifattura fiamminga anche se la residenza di tali affreschi è quella francese di Ceterina de Medici, arazzi realizzati con l'obiettivo di celebrare la magnificenza delle feste di Valois. Il periodo è quello degli anni 70' del 500, di questa serie rimango basita davanti a un arazzo intitolato"Torneo di cavalli britannici e irlandesi" dove gli equini rappresenterebbero l'amore e la virtù, ma non sono sicura di aver capito bene. Nell'opera troviamo la stessa Caterina de Medici in abiti vedovili, ma quello che più mi ha stupito, senza nulla togliere ai grandi maestri arazzieri fiamminghi, è che tutti i personaggi assomigliano in maniera impressionante ai Simpson, ovvero giallini, naso pronunciato e occhi in fuori, interessante.
Passiamo ora alle sale dedicate alla manifattura fiorentina e al perchè essa nacque.
Le cose stanno così;
 nel 1533 Carlo V d'Asburgo fece tessere una pregiatissima serie di arazzi con tema "La caccia di Massimiliano" che riscosse enorme successo in tutta Europa, Cosimo I verde d'invidia chiamò alla sua corte i migliori arazzieri delle Fiandre, che furono commissionati di istruire i fiorentini sulla tecnica dell'arazzo. Dopo di che venne realizzata una serie di 28 arazzi che dovevano decorare la villa di Poggio a Caiano, su disegni dello Stradano, del Cigoli e di Allori, ad oggi ne sono stati ritrovati solo 15.
Lasciando perdere la mia sempre attiva vena critico- polemica possiamo dire che la mostra può essere interessante, anche se molto spesso ho l'impressione che agli Uffizi non ci sia l'obiettivo di realizzare mostre interessanti, bensì l'obiettivo di realizzare mostre.
La mia vena critico-polemica ha vinto anche stavolta.