sabato 23 giugno 2012

SEI UN VERO FIORENTINO SOLO SE....



Dopo sei anni che vivo a Firenze mi sono resa conto che per essere un vero fiorentino ci sono delle cose che almeno una volta hai detto, mangiato, visto,pensato, o bevuto.
Quindi, sei un vero fiorentino solo se:

- Hai mangiato almeno una volta il lampredotto in Sant'Ambrogio e poi ci hai fatto chiusura a forza di gottini

- Se hai pensato: "il 14 non ci può mettere così tanto dal centro a Careggi"

- Almeno una volta hai pianto sul 14 fregandotene degli sguardi incuriositi della gente

- "Ma il Giardino delle rose è aperto solo a maggio e giugno? Peccato"

-"Secondo te la trovo una singola in centro a meno di 300 euro?"

-"Sarà possibile che in questa città dopo le due un c'è ì verso di bere un coktail?"

- Hai pensato, o detto: "ma come le fanno queste americane a andare scalze alle 3 di notte il 7 di gennaio...mah"

-  Hai visto in giro per la città i componenti della Bandabardò vestiti in maniera orribile

- Hai affermato che alla Citè sono tutti una banda di freakchic, continuando ad andarci...perchè comunque è l'unico posto dove c'è sempre qualcosa

- Sei convinto che San Frediano e Sant'Ambrogio siano rimasti gli unici veri quartieri fiorentini (com'erano una vorta)

- "Quello che manca a questa città è un vero museo di arte contemporanea"

- "Non scordiamoci che alla fine Renzi è un democristiano" 

- "Che ganzata quando s'andava tutte le sere all'anfi"

- Un evergreen che a nessuno può mancare...il tentativo dì Marva di venderti dell'erba a Santissima Annunziata


Sarei lieta se aggiungeste quelle che per voi sono le regole determinanti della fiorentinità.







lunedì 4 giugno 2012

AMERICANI A FIRENZE O LA PESTE?

Quest'oggi la mia anima di blogger era divisa in due, una voleva affrontare il tema della peste del 1346,
l'altra la  mostra  "Americani a Firenze".
 Le forze dell'universo hanno poi spinto me e Pamela all'interno di palazzo Strozzi, anche se prima di entrarvi abbiamo dovuto sostenere alcune prove fra cui cercare due cartine per rullare una sigaretta, trovare almeno un accendino per fumarsela, rovinarsi il momento della sigaretta discorrendo con una scrittrice e una prof di filosofia  sul perchè dopo la seconda guerra mondiale ci siano state altre guerre.
Entriamo. L'obiettivo delle opere presenti
 è quello di mostrare il punto di vista di un gruppetto di americani scavezzacollo che verso la fine dell'800' viveva per periodi lunghi o brevi in grandi  case della campagna fiorentina e fra una sbronza e l'altra si intratteneva dipingendo qualche scorcio di Firenze e qualche ritratto degli amici da sobri
, fra gli artisti viene preso in particolare considerazione il punto di vista di Sargent.
John Singer Sargent nasce a Firenze nel 1856 da genitori americani, studierà presso l'Accedemia delle Belle Arti, vivrà per un periodo a Parigi dove cercherà di avvicinarsi al panorama impressionista, ma senza grandi successi, gran parte della sua vita sarà dedicata al viaggio, muore nel 1925 a Londra. Fra le sue opere presenti ho trovato di alto livello "Camera di albergo" dove una potente luce estiva filtra le persiane di una camera fiorentina.
Degno di nota il newyorkese Vedder che nel 1857  troviamo all'interno del Caffè Michelangelo assieme a Signorini e Cabianca pronto ad apprendere la lezione macchiaiola e a metterla in pratica con buoni risultati.
Purtroppo non ho trovato la mostra entusiasmante, questi impressionisti americani non mi accendono, imitano in qualcosa l'impressionismo francese non riuscendoci, americani alla ricerca di un'Europa che non c'era più, alla ricerca di una storia che non hanno mai avuto. Nelle sale vengono affrontati tanti argomenti, a partire da  come le donne americane fossero più spregiudicate e emancipate di quelle italiane, l'ispirazioni ricevute dai maestri del rinascimento,  agli studi sulla luce, ma alla fine nessuno di questi viene approfondito a tal punto da diventare una peculiarità del movimento impressionistico americano, se di movimento si può parlare.
Vorrei  spendere una parola a favore di Telemaco Signorini, del quale abbiamo tre opere che davvero fanno la differenza e fanno capire quanto fosse completo il panorama artistico fiorentino della seconda metà dell'800. In poche parole Signorini riesce tramite un attento studio della luce, una capacità di analisi dei luoghi e delle atmosfere a passare quelle suggestioni che i nostri cari amici americani tanto ricercavano in una Firenze che stava cambiando e si stava mettendo gli abiti delle nuove capitali europee.
E comunque mentre stavo ancora decidendo se parlare della mostra, o della peste ho scoperto che quella del 1346 era di tipo ghiandolare polmonare, veniva inoculata tramite il bacillo della pulce che era portatrice sana, i primi sintomi erano dei "bubboni" sull'inguine o sotto le ascelle, peste ghiandolare, la fase successiva era quella polmonare segnata dall'espettorazione sanguigna, quindi peste polmonare, trasmettibile da uomo a uomo.