martedì 27 dicembre 2011

SE SAN FRANCESCO FOSSE NATO OGGI SAREBBE UN RADICAL FREAK

Analizzando la vita del Santo, non che patrono del Bel Paese, mi è venuto in mente che la sua vita oggi non sarebbe stata molto diversa da quella di alcuni freakketoni. Senza nulla togliere ad  una delle poche figure che rispetto della cultura e religione cattolica vorrei raccontarvi come sarebbe stata (a parer mio) la sua storia ambientata ai nostri giorni....
Nasce ad Assisi da una famiglia agiata, nasce d'inverno.Il padre è un ricco imprenditore spesso obbligato a lunghi viaggi di lavoro. Quando nacque sua madre lo chiamò Giovanni, poi il padre tornò da uno dei suoi tanti viaggi d'affari e in seguito ad accese discussioni con la madre si recò alla anagrafe dicendo che avevano cambiato idea e che il nome del pargolo doveva essere Francesco!
Il padre vedeva in lui l'erede dell'attvità di famiglia e voleva che studiasse, Francesco non è che ne avesse poi tanta voglia, ma per fare contenti babbo e mamma si iscrisse all'università, scelse il Dams. In effetti amava profondamente la musica tant'è che era il più ricercato della provincia di Assisi quando si trattava di organizzare un rave o un afterhours. In seguito a legami stretti con esponenti della sinistra più estrema Francesco prese parte a sit-in e manifestazioni di piazza, durante una delle quali venne arrestato per resistenza a pubblico ufficiale. Egli rimase estremamente provato da tale esperieza e sconvolto dalla violenza degli scontri fra manifestanti e poliziotti, così un giorno durante una lunga passeggiata nei boschi circostanti, mentre era dedito all'utilizzo di sostanze non del tutto legali, vide materializzarsi davanti a sè una figura che lo invitava ad abbandonare la vita più frivola e materiale per dedicarsi alla cura del suo spirito, delle sue energie e all'amore universale. Francesco in men che si dica diventa vegetariano, poi vegano, si rade i capelli inaugurando un nuovo taglio chiamato tonsura, indossa solo abiti di canapa  e sandali realizzati in ecopelle anche d'inverno, rinuncia a tutta la ricchezza e alla ditta di famiglia e vi assicuro che suo padre si arrabbiò come una bestia. Si racconta che una sera, mentre camminava per Assisi, incontrò un rom che gli voleva rubare il cellulare e lui di tutta risposta iniziò a baciarlo ed accarezzarlo...i suoi amici lo prendono ancora oggi in giro!
Il passo successivo di Francesco fu davvero radicale, lascia Assisi e si ritira in campagna dove vive in isolamento in un casolare mezzo diroccato, senza riscaldamento e acqua corrente, passa gran parte della giornata a meditare, coltivare l'orto, acquista solo prodotti a chilometri zero, fa la raccolta differenziata, mangia yogurt scaduti.
Da qui la fama di Francesco inizia ad ampliarsi tanto che altri giovani decidono di spogliarsi dei loro averi per seguire le sue orme...fra i tanti spicca Chiara,  ragazza di particolare bellezza, con dei bellissimi rasta biondi che insieme ad altre tipe della sua compa segue Francesco nel suo casolare. Lui per primo  resterà totalmente affascinato, in particolare per la purezza e la determinazione della rastafarina Chiara che prenderà alla lettera le idee ascete di Francesco.
Di lì a creare una prolifera Comune il passo è breve, i giovani riuscivano a sostentarsi grazie alla produzione di formaggio biologico e ad un allevamento di grilli che aveva riscosso un discreto successo in tutta la regione. Organizzavano inoltre corsi di danza africana, corsi di teatro balinese e reading musicali tristi.
La ufficializzazione della comune avrà luogo a Roma durante un concerto della Bandabardò, quando i giovani seguaci di Francesco ebbero l'autorizzazione dalla band stessa per allestire un loro banchetto dove oltre a vendere il loro formaggio organizzavano assemblee pubbliche dove esponevano le loro nuove idee di vita. Esaltato dalla fiducia accordatagli dalla Bandabardò e da altri gruppi musicali come i Folkabbestia Francesco si sente pronto a portare le sue teorie in Europa ed oltre. Così decide di fare un inter rail attraverso Spagna e Marocco, preso bene dal viaggio prosegue fino alla Palestina. Una volta tornato in Italia si troverà davanti una rosea verità, ovvero una moltitudine di proseliti, infatti era ormai moltiplicato il numero di giovani che si erano ritirati a vita semplice in comunità e che avevano avviato esemplari allevamenti di grilli.
Negli  anni a venire perfeziona alcune tecniche di ascesi,  meditazione e  yoga, si spostò sul monte dell'Averna viveva dentro un grotta dove rinunciava al cibo e all'acqua dedicandosi, è proprio il caso di dirlo, anima e corpo a transfert spirituali e mentali. Uscirà mal ridotto da tale prova e sarà ricoverato presso la comune rastafariana dell'amica Chiara e lì vi passerà gli ultimi anni della sua vita scrivendo trattati e poesie sulla bellezze della vita, della terra e del cielo.

giovedì 22 dicembre 2011

Annunci in giro per la città

Ieri è arrivata a Firenze Lais un'amica brasiliana che resterà in città per alcuni giorni.
Così questa mattina dato il bel sole ne abbiamo approfittato per fare un primo giro in centro,  dopo aver attraversato Ponte Vecchio  abbiamo iniziato ad incamminarci verso Palazzo Pitti.
Decidiamo di ferrmarci per vedere Santa Felicita, entriamo diamo un occhio e appena uscite la mia attenzione viene colpita da questo annuncio semi religioso:



Considerando il mio lungo passato da giovane corista dai frati francescani di Figline non nego che mi è venuta voglia di entrare di nuovo per chiedere maggiori informazioni, ma col tempo certe brutte abitudini si cerca di perderle!

lunedì 19 dicembre 2011

Tu dimmi chi erano i Medici!

Tu dimmi chi erano i Medici...questo è ciò che i clienti mi chiedono con faccia interrogativa, ma senza emettere suono...beh, inevitabilmente riecheggia il nome di Lorenzo il Magnifico, Cosimo il Vecchio, CosimoI etc etc., ma troppo spesso anche noi guide ci dimentichiamo di colui senza il quale la famiglia Medici non sarebbe stata la famiglia Medici e forse Firenze non sarebbe stata la Firenze che tutti noi conosciamo! Con questo voglio dire che sia Cosimo che Lorenzo a palazzo Medici Riccardi, o a capo della situazione politica fiorentina non ci si sono ritrovati così per caso, c'è stato un uomo prima di loro che con astuzia, umiltà, capacità bancarie e di gestione economica ha piantato i semini che sarebbero un giorno divenuti la rigogliosa siepe medicea.
Lui era Giovanni di Bicci, nasce a Firenze nel 1360 e le sue capacità di infiltrarsi nelle attività economiche e commerciali sono a dir poco geniali, nel 1386 era già a capo della filiale bancaria dello zio a Roma e il suo patrimonio andò aumentando grazie al matrimonio con Riccarda Boeri. Il vero botto lo fece quando nel 1413 il Banco Medici diviene il prediletto della Corte Papale, anche se solo per due anni. a tutto questo dobbiamo poi aggiungere la fiducia che aveva guadagnato nelle stanze del potere fiorentino, ricoprendo alcune delle più importanti cariche, infatti fu gonfaloniere, ma anche governatore della città di Pistoia.
Ora la cosa che più amo, l'idea che è stata a parer mio superiore a tutte le altre e che fa aumentare fino alle stelle la mia stima nei confronti di questo personaggio è il Catasto, l'istituzione del catasto...lui aveva capito che se l'economia della città doveva essere risanata i soldi andavano presi dove c'erano davvero, ovvero dalle tasche dei più ricchi (quanto avrebbero da imparare i nostri politici odierni...), perchè fino a quel momento le tasse che pagavano i più abbienti della città erano le stesse tasse che pagavano i più poveri. Già con questa mossa Giovanni si conquistò l'amore e la riconoscenza di tutto il popolo minuto fiorentino che per la prima volta si sentì ascoltato. Da non dimenticare che in seguito al catasto i Medici risultarono la seconda famiglia più ricca della città dopo gli Strozzi.
Le sue azioni in favore del popolo non si fermarono comunque a questo, si racconta che Rinaldo degli Albizzi e Niccolò da Uzzano stessero preparando una legge per abolire le corporazioni minori, Giovanni si oppose con tutte le sue forze a tale decisione e la legge non venne mai approvata. Sarà grazie a questa lungimiranza che la famiglia Medici, almeno nei primi secoli, verrà amata e elogiata da tutto il popolo, che avrà modo di ricevere consensi, che avrà modo di muoversi in libertà nella politica della città.
Molti, molti, molti anni dopo uomini come Giangastone de Medici avrebbero dovuto studiare bene quelle che erano state le mosse dell'antenato Giovanni, solo questo avrebbe fatto sopravvivere la dinastia, ma come in tutte le famiglie c'è sempre un c****zone che in tempo record riesce a bersi tutto ciò che con dedizione è stato costruito da generazioni e generazioni di uomini ravveduti.

venerdì 9 dicembre 2011

...e alle volte ti domandi ... ma sono proprio sicura di voler fare questo lavoro?



Adoro con tutta me stessa il lavoro che ogni giorno mi trovo a svolgere, ma ci sono momenti in cui fare la guida turistica può essere davvero impegnativo e stressante, in particolare quando dopo ore di visite guidate ti rendi conto che i turitsti non hanno capito praticamente niente di tutto ciò che ti sei prodigata con impegno e dedizione a spiegare. Di seguito alcune delle domande o affermazioni che mi hanno portato a tale conclusione....

• Una turista sarda davanti alla statua di Cosimo I a cavallo in piazza della Signoria “Ma quello è il cavallo di troia?”

• Un turista americano in via de Georgofili davanti all’olivo in memoria dell’attentato del 27 maggio 1993 “Ma la bomba fu posizionata qui dalla mafia per spodestare la famiglia Medici?”

• Alla galleria degli Uffizi davanti alla Nascita di Venere di Botticelli “Ma Botticelli è il cantante italiano che ha scritto la canzone Con te Partirò?” seguita da magistrale interpretazione del pezzo fatta dallo stesso turista cinese

• Davanti Palazzo Medici Riccardi una giovane e ingenua turista americana “Ieri sera in discoteca ho incontrato uno della famiglia Medici che mi ha invitato a casa sua” non ho voluto sapere come poi si sia conclusa la sua serata

• Una turista Australiana “Potresti portarci in Piazza Navona?”

• Turista canadese davanti alla casa di Dante”Ma Danti era il dentista della famiglia Medici?”

• Ragazzino pugliese al telefono con la madre “Mamma sono sul Ponte Vecchio...no...non ricordo come si chiama questo lago...ora lo chiedo alla guida”

• Un turista inglese “Mi scusi signorina cos’è quella cosa che ha sulla spalla?” ed io “E’ lo spallino del mio reggiseno”

Rispondere a tali domande, oppure spiegare perchè tali affermazioni non siano corrette alle volte porta a sentirsi non proprio una guida turistica, ma più che altro una badante, o forse una maestra di sostegno, ma al tempo stesso ti fa pensare a quanto è bella, strana e umana la gente.

giovedì 8 dicembre 2011

La Chiesa di Sant'Ambrogio e il suo quartiere

Nonostante  la spoglia facciata e le forme essenziali,  la piccola chiesa di Sant'Ambrogio è una delle più caratteristiche della città, non che una delle più antiche. Il nome le viene conferito in relazione al luogo di costruzione, in quanto si racconta che il santo dottore della chiesa Ambrogio abbia soggiornato proprio in questa aerea quando nel 393 venne in visita a Firenze. La prima costruzione risale al 988 quando si insediarono proprio qui le monache benedettine, la chiesa sarà situata al di fuori delle mura cittadine sino al al 1310, data di compimento della cerchia muraria arnolfiana. 
Sarà restaurata e ingrandita a più riprese durante i secoli, ma in particolare diverrà il luogo di sepoltura di alcuni dei più grandi artisti fiorentini come Verrocchio (che pare fosse cresciuto proprio in questo quartiere), Mino da Fiesole,  il Cronaca e il pittore Francesco Granacci. Le opere d'arte che hanno reso celebre questo luogo di culto oggi le troviamo tutte all'interno della Galleria degli Uffizi, per citarne alcune;  Sant'Anna Metterza di Masaccio e Masolino, l'Incoronazione della Vergine di Filippo Lippi e la Pala delle Convertite di Botticelli. Oggi la zona di Sant'Ambrogio e in particolare la minuta piazzetta si presentano come uno dei quartieri più coloriti della città, grazie anche alla presenza del mercato nell'adiacente  piazza Ghiberti, del lampredottaro al lato della chiesa e dell'abitazione della geniale curatrice di questo blog.
La notte Sant'Ambrogio abbandona le sue vesti rionali per indossare gli abiti più festaioli tanto da farla divenire punto di ritrovo per punkabbestia, freak chic, radical chic, tamarri, intellettuali e altri eccentrici personaggi tipicamente fiorentini.  

mercoledì 30 novembre 2011

L'ORDINE DOMENICANO A FIRENZE

I primi documenti che riportano la presenza della chiesa di Santa Maria Novella  a Firenza risalgono addirittura al 983, si tratterebbe di uno scritto dell'Imperatore Ottone II che indica la piccola chiesa fra i possedimenti dei canonici della Cattedrale di Firenze. La chiesetta si trovava al di fuori del piccolo cerchio murario, nello specifico era situata proprio fra campi e vigne. Al tempo la struttura aveva le dimensioni di un piccolo oratorio campestre e pare che anche il nome Novella le venne dato per far riferimento alle novellae ovvero i campi che venivano rimessi a coltura dopo un lungo periodo di abbandono. Al tempo davanti alla facciata si trovava un piccolo recinto con spazio riservato al cimitero mentre dietro l'abside vi erano case riservate ai canonici, la struttura presentava un stile romanico. Nel 1221 ll'intero possedimento venne ceduto ai frati domenicani che erano giunti a Firenze due anniprima sotto la guida di Giovanni da Salerno. Nei primi tempi di permanenza nella città i frati furono anche visitati dal fondatore dell'ordine San Domenico Guzman.Si racconta che la chiesa e le case adiacenti negli anni prima della concessione ai domenicani fosse divenuto luogo di sporcizie, un luogo demoniaco in poche parole una casa d'appuntamenti, la posizione isolata aveva senza dubbio facilitato tale uso.
Nel 1244 arriva a Firenze un predicatore illustre Pietro da Verona, che diventerà una figura cardine a Firenze e in generale per l'ordine domenicano oggi meglio conosciuto come San Pietro Martire, le sue prediche nella città riscossero un successo enorme, riempiva le piazze...le sue prediche erano un evento cittadino. Nel 1246 troviamo in una bolla papale di Innocenzo IV che avrebbe concesso un'indulgenza a chiunque avesse finanziato la costruzione della nuova chiesa di Santa Maria Novella che i frati si apprestavano a progettare e costruire. Del tutto innovativa la realizzazione di uno Studium, ovvero un luogo di formazione scolastica, dove docenti da tutta Europa passavano il loro sapere agli studenti, solitamente rampolli di famiglie molto ricche che nei migliori casi avrebbero continuato i loro studi a Parigi, o Bologna. E' molto probabile che lo stesso Dante abbia iniziato la sua carriera scolastica proprio a Santa Maria Novella e sappiamo che lo Studium è rimasto attivo sino all'800'.
Uno dei concetti principe dei domenicani si componeva nello sposalizio fra lo studio delle scienze sacre e delle arti con la pietas col fine di raggiungere la contemplazione divina. La biblioteca di Santa Maria Novella sin dalla fine del 200' era una delle più fornite di Firenze, i frati a loro modo cercavano di acquistare libri, oppure vi era all'interno del convento uno scriptorium con abilissimi copisti. Il patrimonio librario creato dai frati domenicani nel corso dei secoli venne decimato con le soppressioni napoleoniche e in seguito con l'Unità d'Italia, ma ancora oggi sono possessori di una ridotta, ma comunque preziosa eredità di manoscritti.
Santa Maria Novella è stata e rimane uno dei centri nevralgici culturali e religiosi di Firenze, ancora oggi al visitatore basterà entrare nel chiostro grande per immaginare i frati che in file ordinate si apprestavano ad entrare nel capitolo, o che si preparavano a immergersi nelle folle fiorentine per aiutare le povere genti con elemosine e con le parole di Dio, piuttosto che il riecheggiare di canti gregoriani provenienti dal coro...un misticismo semplice e complesso che rimane tangibile in tutti gli ambienti del convento.

martedì 29 novembre 2011

IL CHIOSTRO GRANDE E IL MUSEO DI SANTA MARIA NOVELLA

Usciti dal Cappellone degli Spagnoli si procede verso il Chiostro Grande, al quale oggi non è concessa l'entrata perchè riservato alla Scuola dei Marescialli. Possiamo ammirarlo nella sua grandiosità da una piccola vetrata, si compone di 56 arcate fu realizzato fra il 1340 e il 1360 grazie anche alle donazioni effettuate dalle ricche famiglie fiorentine delle quali ancora oggi possiamo riconoscere gli stemmi. Le lunette che lo percorrono furono tutte decorate con storie di santi e martiri. Una lapide sul lato occidentale ci ricorda che questi locali furono attrezzati per ospitare le grandi personalità che passavano da Firenze,in particolare durante il concilio di Firenze-Ferrara del 1439. L'architetto che si occupò dell'adattamento a tale uso fu niente po pò di meno che Ghiberti. Proseguendo entriamo nella cappella degli Ubriachi. La famiglia è nota a firenze sin dal 1100 deve la sua ascesa in particolare ai frequenti scambi commerciali con la Sicilia, ma anche con Venezia dove erano famosi per i loro intagli in legno, pare che gli Ubriachi vivessero in Oltrarno, vengono citati anche nell'inferno di Dante come alcuni fra i maggiori usurai Fiorentini. La cappella venne realizzata in onore dei Re Magi, infatti sull'architrave troviamo un affresco che li rappresenta, lo stemma della famiglia si compone di un'oca e una croce. All'interno della cappella, nelle vetrine, sono posizionati busti e reliquiari di diversi periodi fra cui quello di Sant'Orsola. La leggenda di sant'Orsala racconta che fosse di rara bellezza e che in giovane età avesse consacrato la sua vita a Dio, ma suo padre concesse la sua mano a un principe pagano. Si racconta che essa iniziò un pellegrinaggio con altre 11000 vergini, prima verso l'Inghilterra poi verso Roma ove furono accolte con grandi onori dal Papa. Lasciata Roma arrivò a Colonia risalendo il Reno, una volta giunte nella città Attila trucidò le 11000 vergine, ma rimasto estasiato dalla sua bellezza la chiese in moglie, netto fu il rifiuto della giovane a causa di questo Ursola trovò la morte, infatti venne uccisa trafitta dalle frecce scagliate dal re Unno. Passando alla sala successiva giungiamo nell'antico refettorio che fu  terminato nel 1353. Sulla parete d'ingresso troviamo un affresco di Agnolo Gaddi con La Vergine Il Bambino e i Santi Giovanni Battista, Pietro Martire, Domenico e il Beato Giovanni da Salerno, il resto della parete venne affrescato successivamente da Alessandro Allori

lunedì 28 novembre 2011

IL CAPPELLONE DEGLI SPAGNOLI

Antica sala capitolare dell'ordine domenicano viene così chiamata in seguito al matrimonio fra Eleonora di Toledo e Cosimo I in quanto utilizzata per le sue funzione religiose dalla colonia spagnola residente a Firenze in quel periodo.
La struttura fu edificata fra il 1343 e il 1355 mentre gli affreschi risalgono al 1367 realizzati per mano di Andrea di Buonaiuto  grazie alla donazione di Buonamico Guidalotti.
Tutto il ciclo ha lo scopo dell'esaltazione dell'ordine domenicano, sulla controfacciata troviamo infatti storie della vita di San Pietro Martire, frate domenicano che visse circa un secoloprima proprio a Firenze.
Fra le varie storie dedicate al Martire troviamo la Predica,L'uccisione e scene dei miracoli che esso compì dopo la sua morte.
Sulla parete opposta ci sono invece scene della Passione, la Crocifissione e la discesa al limbo. la lettura della parete destra inizia con l'affresco della navicella di San Pietro che si trova in una delle vele, episodio che rimanda al messaggio di Gesù: "Vi farò pescatori di uomini" e la scena di Pietro che tenta di camminare sulle acque è un'esortazione a non temere le difficoltà che si presenteranno alla Chiesa nel corso dei secoli. Sulla parete destra troviamo invece 5 scene,la prima in basso a destra raffigura il modellino di Santa Maria del Fiore, del resto Buonaiuti aveva partecipatoal concorso per la realizzazione e qui ci presenta il suo modello, al centro il papa con ai lati il re di Francia e l'Imperatore e cardinali e vescovi non ben identificati. Verso sinistra troviamo i vari ordini mendicanti. Sotto il re di Francia alcune personalità fiorentine fra cui Dante Alighieri, Cimabue, Giotto, Lapo e Suo figlio Arnolfo di Cambio, Boccaccio e più in basso 4 pellegrine che rappresentano le mete religiose più ambite durante il Medioevo, mentre si suppone che il gruppo di donne rappresenti le 4 condizioni femminili.
Sul lato destro la predica dei domenicani contro le eresie e San Domenico che lancia i suoi cani a difesa della cristianità, in quanto il gregge presente nell'affresco rappresenta il gregge di Dio.
Sulla parete di sinistra vediamo il trionfo della dottrina cattolica, la lettura inizia sempre da una delle vele dove possiamo vedere la Discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli, la dottrina sarà poi insegnata tramite i Dottori della Chiesa fra cui San Tommaso d'Aquino. Passando alle lettura sulla parete vediamo San Tommaso D'Aquino in trono, ai suoi piedi 3 eretici Nestorio Averroè e Ario, sopra il trono vediamo le allegorie delle Virtù Cardinali e Teologali, che furono uno dei temi ampiamenti trattati negli scritti di San Tommaso D'Aquino. Mentre ai lati del trono vediamo personaggi dal Nuovo e Antico Testamento fra cui i 4 evangelisti, Mosè, Re David etc. Sulla parte inferiore troviamo 14 grandi troni a sinistra vedeiamo le allegorie delle scienze sacre dall'altra le arti liberali, ai loro piedi i maggiori rappresentati delle suddette materie...
IL DIRITTO CIVILE-GIUSTINIANO Imperatore Bizzantino che si distinse per le sue capacità civiche e fece vivere al suo impero un'età d'oro
IL DIRITTO CANONICO-CLEMENTE V  lottò contro le eresie e redasse La Costituzione Clementina
FILOSOFIA- ARISTOTELE
LA SACRA SCRITTURA-SAN GIROLAMO Uno dei principali padri e dottori della chiesa si occupò della traduzio della bibbia dal greco al latino
TEOLOGIA-SAN GIOVANNI DAMASCENO Chiamato anche San Tommaso d'Oriente visse fra betlemme e gerusalemme, sostenne la teoria sulla verginità di Sant'Anna. Considerato anch'esso padre e dottore della Chiesa
LA CONTEMPLAZIONE-SAN GIOVANNI AEROPAGITA Primo Vescovo di Atene
LA PREDICAZIONE -SANT'AGOSTINO Padre e Dottore della Chiesa
L'ARITMETICA - PITAGORA Matematico, Legislatore Greco è stato il primo vegetariono della storia
LA GEOMETRIA-EUCLIDE Scrisse la più importante opera antica sulla Geometria intitolata Gli Elementi
L'ASTRONOMIA-TOLOMEO Fu astronomo, astrologo e geografo visse a Alessandria d'Egitto il suo sistema tolemaico fu in uso in oriente e occidente sino alle nuove teorie copernichiane
LA MUSICA -TUBALCAIN Discendente di Caino fu un famoso fabbro, lo troviamo nella Genesi
LA DIALETTICA-PIETRO ISPANO Papa Giovanni XXI attivo presso l'università di Siena e Parigi scrisse innumerevoli trattati di filosofia e medicina
LA RETORICA - CICERONE  Filosofo Politico e Avvocato
LA GRAMMATICA - PRISCIANO CESAREA Grammatico romano, si formò a Costantinopoli e realizzò un trattato di 18 volumi relativo a questa materia
L'obiettivo che la rappresentazione cerca di passare è che l'uomo solo tramite lo studio di tali scienze e arti può raggiungere il suo fine ovvero Dio.

I CHIOSTRI MONUMENTALI DI SANTA MARIA NOVELLA

I lavori presso il complesso domenicano ebbero inizio il 18 ottobre 1279 giorno in cui venne posata la prima pietra per terminare verso la seconda metà del trecento, ma solo nel 1420 sarà consacrata dall'allora papa Martino V e ancora più tardi (1470 circa) il mitico Leon Battista Alberti metterà la sua ciliegina con la progettazione della momunetale facciata rinascimentale.
Sempre al trecento risale la costruzione dei chiostri, iniziamo parlando del chiostro verde, così appellato perchè gli affreschi che lo decorano furono realizzati con la terra verde.
Il ciclo d'affreschi viene realizzato da Paolo Uccello e collaboratori fra il 1425 e il 1440 con storie della Genesi, le opere sono state molto daneggiate nei secoli oggi fra le più interessanti s troviamo La Creazione di Adamo Eva e degli animali, La Cacciata dal paradiso, Il Lavoro lavoro dei progenitori, Caino e Abele, Uccisione di Caino, L'Arca di Noè, La recessione delle Acque, Ebrezza e Sacrificio di Noè.
Per comprendere a pieno la grandiosità di questo ciclo di affreschi dobbiamo soffermarci un momento sull'uomo che si era innamorato della prospettiva: Paolo Uccello!
Nasce nel 1397, viene descritto dal Vasari come introverso e chiuso in sè stesso, pare che passasse le notti al tavolo di lavoro cercando i termini della prospettiva e che quando la moglie lo chiamava perchè la raggiungesse a letto, rispondeva: "Oh che dolce cosa è la prospettiva!".
Il Vasari lo rimproverava di aver dipinto i campi azzurri e le città rosse e di aver dato alle cose e agli edifici il colore che più piaceva a lui. In realtà Paolo Uccello  non sarà completamente compreso e giustamente interpretato sino al 900'.
Nel Diluvio Universale troviamo nello stesso affresco due scene diverse e l'arca viene rappresentata 2 volte, ovvero quando infuria la tempesta e vediamo uomini e animali che carcano un modo per salvarsi dalla furia divina una seconda volta è rappresentata nel momento in cui Noè è affacciato a una finestra e accoglie la colomba che torna con un ramoscello di ulivo. La rappresentazione di due momenti diversi nello stesso affresco è un retaggio dello stile gotico, ma per Paolo Uccello diventa un espediente prospettico che conferisce all'intera immagine una certa profondità creata dalle linee parellele delle 2 arche. Le linee disegnate e contorni sono netti tanto da rendere i personaggi come bloccati in un movimento che mai faranno.
La scena sottostante è quella dell'Ebrezza Noè, la quale racconta del momento in cui esso fu sorpreso ebbro e nudo dal figlio Cam, infatti Noè viene identificato come inventore del vino.
Il Sacrificio di Noè illustra la riconciliazione fra Dio e Noè, fra Dio e l'Uomo.