I lavori presso il complesso domenicano ebbero inizio il 18 ottobre 1279 giorno in cui venne posata la prima pietra per terminare verso la seconda metà del trecento, ma solo nel 1420 sarà consacrata dall'allora papa Martino V e ancora più tardi (1470 circa) il mitico Leon Battista Alberti metterà la sua ciliegina con la progettazione della momunetale facciata rinascimentale.
Sempre al trecento risale la costruzione dei chiostri, iniziamo parlando del chiostro verde, così appellato perchè gli affreschi che lo decorano furono realizzati con la terra verde.
Il ciclo d'affreschi viene realizzato da Paolo Uccello e collaboratori fra il 1425 e il 1440 con storie della Genesi, le opere sono state molto daneggiate nei secoli oggi fra le più interessanti s troviamo La Creazione di Adamo Eva e degli animali, La Cacciata dal paradiso, Il Lavoro lavoro dei progenitori, Caino e Abele, Uccisione di Caino, L'Arca di Noè, La recessione delle Acque, Ebrezza e Sacrificio di Noè.
Per comprendere a pieno la grandiosità di questo ciclo di affreschi dobbiamo soffermarci un momento sull'uomo che si era innamorato della prospettiva: Paolo Uccello!
Nasce nel 1397, viene descritto dal Vasari come introverso e chiuso in sè stesso, pare che passasse le notti al tavolo di lavoro cercando i termini della prospettiva e che quando la moglie lo chiamava perchè la raggiungesse a letto, rispondeva: "Oh che dolce cosa è la prospettiva!".
Il Vasari lo rimproverava di aver dipinto i campi azzurri e le città rosse e di aver dato alle cose e agli edifici il colore che più piaceva a lui. In realtà Paolo Uccello non sarà completamente compreso e giustamente interpretato sino al 900'.
Nel Diluvio Universale troviamo nello stesso affresco due scene diverse e l'arca viene rappresentata 2 volte, ovvero quando infuria la tempesta e vediamo uomini e animali che carcano un modo per salvarsi dalla furia divina una seconda volta è rappresentata nel momento in cui Noè è affacciato a una finestra e accoglie la colomba che torna con un ramoscello di ulivo. La rappresentazione di due momenti diversi nello stesso affresco è un retaggio dello stile gotico, ma per Paolo Uccello diventa un espediente prospettico che conferisce all'intera immagine una certa profondità creata dalle linee parellele delle 2 arche. Le linee disegnate e contorni sono netti tanto da rendere i personaggi come bloccati in un movimento che mai faranno.
La scena sottostante è quella dell'Ebrezza Noè, la quale racconta del momento in cui esso fu sorpreso ebbro e nudo dal figlio Cam, infatti Noè viene identificato come inventore del vino.
Il Sacrificio di Noè illustra la riconciliazione fra Dio e Noè, fra Dio e l'Uomo.
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